La musica e la canzone sono parti integranti della nostra vita. Un brano musicale, una melodia o i versi di una canzone sono in grado di influenzare il nostro umore, di farci ridere o piangere, di generare sentimenti di nostalgia o di malinconia, di stimolare un ricordo ed il nostro mondo delle emozioni.
Che la canzone sia uno strumento valido che facilita l'apprendimento di una lingua straniera lo dimostrano ormai tantissimi studi. Le canzoni da un lato favoriscono la memorizzazione di lessico, grammatica, fonemi e strutture e dall'altro permettono di esplorare e trattare temi sociolinguistici e culturali.
Ci sono delle canzoni che sono davvero piene di nozioni grammaticali e possono costituire un punto di partenza per lo studio di un fenomeno grammaticale.
Una di queste canzoni è il singolo di Mina ''Se Telefonando'' pubblicata nel 1966.
Musica: Ennio Morricone
Testo: Ghigo De Chiara e Maurizio Costanzo
Se telefonando
Lo stupore (1) della notte spalancata (2) sul mar ci sorprese (3) che eravamo sconosciuti io e te.
Poi nel buio le tue mani d'improvviso (4) sulle mie, è cresciuto (5) troppo in fretta (6) questo nostro amor.
Se telefonando (7) io potessi (8) dirti addio ti chiamerei (9). Se io rivedendoti (10) fossi (11) certa che non soffri ti rivedrei (12).
Se guardandoti (13) negli occhi sapessi (14) dirti basta ti guarderei (15) Ma non so spiegarti (16) che il nostro amore appena nato è già finito (17).
Analisi grammaticale
(1) Lo stupore: ''Lo'' è un articolo determinativo maschile singolare. Si usa ''lo'' perchè la parola ''stupore'' comincia per S impura (S + consonante).
Stupore vuol dire sbalordimento. Meraviglia grande e improvvisa. Sorpresa di fronte a qualcosa di inatteso, piacevole o spiacevole che sia.
(2) spalancato: vuol dire aperto completamente.
stare con gli occhi spalancati
rimanere a bocca spalancata
(3) sorprese: passato remoto del verbo ''sorprendere'', 3a persona singolare.
(4) d'improvviso: inaspettatamente, improvvisamente, senza essere previsto o preannunciato, senza preparazione.
È più comune però la locuzione avverbiale ''all'improvviso''.
(5) è cresciuto: passato prossimo del verbo ''crescere'', 3a persona singolare.
Il verbo crescere quando assume il significato di ''diventare adulto, diventare grande, essere allevato, migliorare, progredire, evolversi'', funziona come un verbo intransitivo che richiede l'ausiliare essere nella formazione dei tempi composti. Così abbiamo: sono cresciuta ad Atene, il bambino è cresciuto, i capelli sono cresciuti, il nostro amore è cresciuto ecc..
Quando però viene usato col significato di ''allevare, educare, far diventare grande'', funziona come un verbo transitivo. Prevede come ausiliare il verbo avere e così abbiamo: ha cresciuto cinque figli.
(6) in fretta: rapidamente
fare in fretta: affrettarsi, sbrigarsi
andare/essere di fretta: avere fretta di fare qualcosa
mettere fretta a qualcuno: incitarlo a far presto
in fretta e furia: in modo assai rapido e affannoso
(7) telefonando: gerundio del verbo ''telefonare''
(8) (9) ''Se telefonando io potessi dirti addio, ti chiamerei'': Periodo ipotetico della possibilità.
L’ipotesi è possibile, ma non sicura. Nella protasi il verbo è al congiuntivo imperfetto (potessi, verbo potere), nell’apodosi il verbo è al condizionale presente (chiamerei, verbo chiamare).
(10) rivedendoti: rivedendo te. Gerundio del verbo ''rivedere'' + pronome personale complemento diretto ''ti'' (forma atona).
Francesco mi guarda (forma atona) → Francesco guarda me (forma tonica)
Mario ti saluta (forma atona) → Mario saluta te (forma tonica)
(11) (12) ''Se io rivedendoti fossi certa che non soffri ti rivedrei'': Periodo ipotetico della possibilità.
L’ipotesi è possibile, ma non sicura. Nella protasi il verbo è al congiuntivo imperfetto (fossi, verbo essere), nell’apodosi il verbo è al condizionale presente (rivedrei, verbo rivedere).
(13) guardandoti: guardando te. Gerundio del verbo ''guardare'' + pronome personale complemento diretto ''ti'' (forma atona).
(14) (15) ''Se guardandoti negli occhi sapessi dirti basta ti guarderei''. Periodo ipotetico della possibilità.
Anche qui l’ipotesi è possibile, ma non sicura. Nella protasi il verbo è al congiuntivo imperfetto (sapessi, verbo sapere), nell’apodosi il verbo è al condizionale presente (guarderei, verbo guardare).
(16) spiegarti: spiegare a te. L'infinito spiegare + il pronome personale complemento indiretto ''ti'' (forma atona).
Devo spiegarti cosa è successo (forma atona) → Devo spiegare a te cosa è successo (forma tonica)
Gli telefono molto spesso (forma atona) → Telefono a lui molto spesso (forma tonica)
(17) è già finito: passato prossimo del verbo ''finire''. 3a persona singolare.
Verbi transitivi e intransitivi
I verbi transitivi ammettono un complemento oggetto (io leggo un libro) e formano i tempi composti con l'ausiliare avere (ho letto un libro).
I verbi intransitivi non ammettono un complemento oggetto (io dormo) e formano i tempi composti sia con essere che con avere (ho dormito, sono andato).
Ci sono però alcuni verbi come finire/cominciare, salire/scendere, vivere, passare, crescere ecc. che prevedono sia l'uso transitivo che quello intransitivo. Quando funzionano come transitivi formano i tempi composti con l'ausiliare avere invece quando funzionano come intransitivi richiedono l'ausiliare essere.
Abbiamo finito la lezione (la lezione è il complemento oggetto)
La lezione è finita (la lezione è il soggetto)
Ho salito le scale di corsa
Sono salito con l'ascensore
Ho passato le vacanze al mio paese
Sono passata da casa tua ieri
(17) già: avverbio di tempo. Indica che un’azione si è ormai compiuta nel momento presente.
Altri avverbi di tempo: ora, adesso, ormai, subito, prima, dopo, sempre, spesso, talora, ancora, tuttora, già, mai, presto, tardi, oggi, domani, stamani, recentemente, successivamente.
L’avverbio di tempo di solito va inserito tra l’ausiliare essere o avere e il participio passato che segue:
Hai già mangiato la torta?
Sì, l’ho appena mangiata.
No, non l’ho ancora mangiata.
Ma può anche seguire il verbo:
Quel vaso è stato sempre lì.
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